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Oralità e scrittura nella musica vocale di Giacinto Scelsi

Alessandra Carlotta Pellegrini
mai 2012

DOI : https://dx.doi.org/10.56698/filigrane.499

Résumés   

Riassunto

Nel catalogo delle opere del compositore italiano Giacinto Scelsi (1905-1988), una nutrita sezione è destinata alla voce. Particolarmente significative sono le opere per voce femminile che vedono la luce nella prima metà degli anni Sessanta: Cinque melodie per voce sola (1960), Lilitu (1962), Taiagarù Cinque invocazioni per voce sola (1962), Khoom Sette pezzi per voce, corno in fa, percussioni e quartetto d’archi (1962).
In questo periodo Scelsi si avvicina alla vocalità per sondarne le infinite peculiarità e potenzialità; sono gli anni in cui inizia a lavorare ai Canti del Capricorno (1962-72), venti canti per voce femminile e strumenti (sassofono, contrabbasso, percussioni). La creazione di questo ciclo accompagna il compositore per quasi un decennio, in un viaggio sonoro intrapreso insieme con la cantante giapponese Michiko Hirayama, arrivata all’inizio degli anni Cinquanta a Roma per stabilirvisi definitivamente.
La duttile vocalità della Hirayama ben si piega agli intenti espressivi di Scelsi, che attinge e trae ispirazione dalla inconsueta preparazione della cantante (di formazione occidentale ma con un ricco repertorio di canti tradizionali giapponesi) per realizzare le infinite sfumature nell’emissione della voce, nella dinamica, nelle arditezze timbriche, nei virtuosismo ritmici, nell’ampia estensione, nell’uso della microtonalità.
L’esplorazione dell’universo vocale si salda con il peculiare processo compositivo che Scelsi in questi anni ha ormai consolidato: lunghe improvvisazioni all’ondiola registrate su nastro, affidate a collaboratori/copisti/trascrittori; sulla prima stesura realizzata – per stratificazioni successive – avviene un accurato lavoro di revisione da parte di Scelsi, spesso in collaborazione con gli interpreti che partecipano e collaborano alla definizione della versione ultima della pagina scritta.
Il peculiare processo compositivo scelsiano e la stretta collaborazione con l’interprete giapponese, per i Canti del Capricorno in particolare, lasciano emergere alcune evidenze: il rapporto fra oralità e scrittura; il superamento dei confini tra composizione e improvvisazione; l’improvvisazione come progetto compositivo che nasce attraverso l’esecuzione; l’interrelazione fra corporeità e interpretazione; il rapporto fra tecnica e prassi esecutiva.
Nell’intervento si intende affrontare le tematiche più sopra evidenziate, anche alla luce della descrizione e dell’analisi dei documenti, in gran parte ancora inesplorati, conservati presso l’Archivio della Fondazione Isabella Scelsi (Roma). Tale indagine è finalizzata allo studio dei Canti del Capricorno – opera-monumento di Scelsi e di tutto il repertorio vocale del XX secolo – per la definizione delle diverse fasi di lavoro necessarie alla preparazione di un’edizione di riferimento ad oggi non ancora disponibile.

Index   

Texte intégral   

1Le opere destinate alla voce, nella produzione matura di Giacinto Scelsi, sono intrinsecamente legate al delicato rapporto fra oralità e scrittura – fondante per la creazione di questi lavori – e alla complessa interrelazione fra improvvisazione e composizione che vi è sottesa. Ritengo sia divenuto oggi imprescindibile indagare su tali aspetti dell’estetica scelsiana nel tentativo di creare metodologie di lavoro e categorie analitiche nuove, al fine di gettare luce sull’opera del compositore. Ai fini della nostra specifica angolazione prospettica, tale indagine è finalizzata allo studio dei Canti del Capricorno – opera-monumento di Scelsi e di tutto il repertorio vocale del XX secolo – per la preparazione di un’edizione di riferimento ad oggi non ancora disponibile.
L’articolo è suddiviso in due parti : ad una riflessione su alcuni presupposti di carattere concettuale, fa seguito la descrizione delle fonti relative ai Canti del Capricorno conservate presso l’Archivio Scelsi e delle diverse fasi di lavoro ipotizzate per giungere alla realizzazione dell’edizione.

Alcune riflessioni preliminari

2L’elenco delle opere che Giacinto Scelsi ha destinato alla voce è piuttosto nutrito, ma va assottigliandosi se consideriamo esclusivamente i lavori per voce sola, o in cui la voce ha un ruolo preminente. Cronologicamente possiamo individuare nel suo catalogo tre distinti gruppi di opere : le giovanili liriche per canto e pianoforte, le opere dei primi anni Sessanta, l’imponente ciclo dei Canti del Capricorno.
Il primo nucleo è formato da un esiguo numero di titoli, datati fra il 1932 e il 1937, pubblicati con poche eccezioni dalle Edizioni Ricordi e dalle Edizioni De Santis negli anni Trenta e Quaranta, oggi fuori catalogo e di difficile reperimento.1 Si tratta di una breve stagione creativa in cui il giovane Scelsi è fortemente influenzato dalla coeva tradizione delle liriche per canto e pianoforte, genere frequentato in quegli anni anche dai suoi (quasi) coetanei Luigi Dallapiccola e Goffredo Petrassi.
Il corpus più rilevante e rappresentativo delle opere per voce vede la luce all’inizio degli anni Sessanta, quando l’universo vocale si disvela al compositore grazie all’incontro con la cantante giapponese Michiko Hirayama, avvenuto alla fine degli anni Cinquanta.2
Con la sua inconsueta e duplice identità artistica (orientale di nascita e occidentale di formazione), Michiko diviene fonte di ispirazione, strumento di indagine, interprete insostituibile ; le specifiche peculiarità della sua voce stimolano Scelsi nell’esplorazione di un universo timbrico a lui ancora poco consueto, accompagnandolo in un mondo sonoro ricco di infinite potenzialità. Il sodalizio Scelsi-Hirayama è ravvisabile in opere destinate alla sola voce – quali (1960), Taiagarù e Lilitu (1962) – o in cui la voce femminile ha un ruolo a tutti gli effetti preminente – come Khoom (1962) e Pranam I (1972).3
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta l’esplorazione dell’universo vocale si salda con il peculiare processo compositivo che Scelsi in questi anni ha ormai consolidato : lunghe improvvisazioni all’ondiola, registrate su nastro, opportunamente selezionate o montate. Tali nastri venivano poi affidati a collaboratori e copisti per la trascrizione ; sulla prima stesura realizzata, per stratificazioni successive, avveniva un accurato lavoro di revisione da parte del compositore – in collaborazione con gli stessi copisti o con gli interpreti – per la notazione dell’opera nella sua versione definitiva.
Prende così l’avvio la composizione dei Canti del Capricorno per voce e strumenti, cui manca una datazione precisa : riconducibile al decennio 1962-72, stando ai cataloghi ad oggi disponibili ; creata nel periodo 1965-1982, stando alle testimonianze della cantante.4
La collaborazione con la Hirayama segna l’inizio di un percorso di ricerca che porterà Scelsi molto lontano. Se da un lato si susseguono lunghe sessioni di lavoro con Michiko per sondare e sperimentare le potenzialità della voce, dall’altro il compositore guarda alle esperienze coeve,5 soffermando la sua attenzione sulle più diverse esperienze ed espressioni artistiche : dalla Sequenza III di Luciano Berio ai Rāga indiani eseguiti dai fratelli Dagar, al canto dei monaci buddisti.6
Gli esiti sono plurimi : vi è la definitiva ed esclusiva adozione dei fonemi per l’intonazione del canto, a discapito di quelle ultime tracce di testo articolato in senso linguistico-letterario sopravvissute fino al 1949 in La nascita del Verbo. « […] La fonetica prescritta » secondo quanto afferma Heinz-Klaus Metzger, va ora « intesa quale notazione di timbri musicali che, essendo un parametro indipendente, serve unicamente alla costituzione formale alla stessa stregua dell’intensità e della durata ».7 E il timbro si produce con diverse modalità di produzione del suono, insite in una gestualità e una fisicità – consueta alla riflessione musicale dell’Oriente8 – che caratterizza ogni suono in tutta la sua centralità ; poiché « è il suono ciò che conta, più che la sua organizzazione. […] Il suono è forza ».9
Il focus si sposta così sul suono. Le improvvisazioni dell’interprete, suggerite dal Maestro, divengono ricerca comune, atto compositivo condiviso : l’opera si definisce in quello spazio di contiguità ove composizione e improvvisazione si sovrappongono. L’esecuzione diviene un continuo processo di ri-composizione, che nasce e ri-nasce attraverso l’interpretazione. Sempre più sottile diventa la distinzione fra compositore ed esecutore e, nel caso di Scelsi, fra compositore e trascrittore ; da questa (apparente) separazione nasce la questione dell’autorialità, legata alla partitura dell’opera. Scelsi mette in discussione la supremazia della scrittura, dalla quale tuttavia non può prescindere. Sebbene non potrà mai rappresentarla in modo esaustivo, l’opera necessita di una partitura che possa darle continuità nella tradizione esecutiva.

Un progetto di edizione

3Alla luce di tali considerazioni, non sorprende la complessità – peraltro comune a molte opere del XX secolo – di elaborare una partitura che possa contribuire alla sopravvivenza dell’opera nel tempo.
La complessità – nel caso dei Canti del Capricorno – è da ascrivere a due ordini di ragioni : il primo riguarda le fonti primarie, per lungo tempo inaccessibili ; il secondo è inerente a metodologie di lavoro e categorie analitiche che solo recentemente vanno delineandosi.
Nell’intento di fissare alcune coordinate di riferimento, ho iniziato ad esaminare questa delicata e spinosa questione tentando un approccio sistematico che vede cinque prioritari indirizzi di lavoro :
a) studio delle fonti disponibili, primarie e secondarie ;
b) raccolta e studio di eventuali, ulteriori fonti ;
c) uso della tecnologia per lo studio e l’analisi dei documenti, sonori in particolare ;
d) creazione di un tavolo di lavoro interdisciplinare ;
e) preparazione dell’edizione.

a) Studio delle fonti primarie e secondarie

4Come noto ai più, Giacinto Scelsi ha lasciato alla sua morte un cospicuo numero di documenti sonori (nastri) e cartacei, per lungo tempo inaccessibili.10 Tali documenti, i nastri in particolare, forniscono solidi elementi sul peculiare processo compositivo di Giacinto Scelsi. Ai fini di studiare e meglio comprendere la genesi dei Canti del Capricorno, è stata effettuata una ricerca su tutti quei documenti conservati nell’Archivio Scelsi (presenti nelle diverse serie archivistiche : nastri, partiture, appunti e note, corrispondenza, programmi di sala, rassegna stampa, locandine, ecc.) inerenti a questo lavoro ; se ne da qui di seguito una sintetica descrizione, mettendo in rilievo alcuni elementi salienti per la nostra prospettiva di indagine.

5Documenti sonori
Nei 302 nastri ad oggi disponibili sono stati individuati frammenti più o meno lunghi riconducibili alla collaborazione con Michiko Hirayama, sui Canti del Capricorno in particolare.11 Si susseguono lunghe e dettagliate sessioni di lavoro – prove su modalità di attacco, emissione, intonazione, dinamiche, uso percussivo della voce, uso dei fonemi come veicolo di nuovi esiti timbrici – accuratamente registrate con risultati curiosamente assimilabili a quelli di uno studio di musica elettronica ante litteram. L’identificazione dei nastri è stata possibile, oltre che con l’ascolto, anche grazie alle annotazioni talvolta presenti sulle loro scatole. Sebbene si tratti di indicazioni frammentarie, talvolta incomplete o di difficile lettura, laddove presenti costituiscono points de repères fondamentali.12 Spesso infatti è difficile ricondurre le lunghe improvvisazioni all’ondiola, con caratteristiche timbriche assai peculiari, ad alcune idee sonore presenti poi nei Canti del Capricorno. A titolo esemplificativo, vorrei soffermarmi su un esempio particolarmente emblematico tratto dal nastro NMGS0038-269 (riv@19_01.L-128-A01-A24) che nei primi minuti, fra scrocchi di microfoni e sbalzi di volume, contiene due idee sonore giustapposte : ad una prima successione di slanci ‘sonori’ verso l’acuto, segue una seconda idea incentrata sul vibrato, di apparente staticità. Questa duplice idea viene più volte ripetuta e fissata sul nastro. Il Canto XVI è costruito esattamente su questo materiale sonoro e ripercorre la traccia delineata nell’improvvisazione con l’ondiola.
Per una più profonda comprensione delle fonti sonore dell’Archivio Scelsi, sono di fondamentale importanza anche due registrazioni discografiche realizzate da Michiko Hirayama per l’etichetta tedesca Wergo.13

6Documenti cartacei
Partiture
Nell’Archivio Scelsi è presente un fascicolo rilegato di tela azzurra sul cui frontespizio, di proprio pugno, Giacinto Scelsi scrive : Canti del Capricorno.

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Riproduzione del fronte spizio dei Canti

Archivio Fondazione Isabella Scelsi. Tutti i diritti riservati

7Composto da 82 pagine, il fascicolo è manoscritto con una grafia che, sulla base delle conoscenze attuali, è da attribuirsi a Riccardo Filippini.14 I venti Canti si susseguono come descritto nella tabella che segue :

Numerazione

Indicazione agogica

Organico

I

Lentamente

Voce e percussione

II

Andante

Voce e contrabbasso

III

Lentamente

Voce

IV

Andante

Voce

V

Allegro non molto

Voce

VI

Poco allegro

Voce

VII

Allegro non troppo

Voce e sassofono

VIII

Non veloce, ma ritmatissimo e aspro

Voce

IX

Allegro

Voce

X

Moderato

Voce

XI

Vivace

Voce

XII

-

Voce

XIII

Il tutto molto secco, aspro e sforzato

Voce

XIV

-

Voce

XV

Moderato

Voce e percussioni

XVI

-

Voce

XVII

Molto lentamente

Voce

XVIII

Moderato

Voce e percussione

XIX

Allegro non troppo

Voce

XX

Moderato

Voce e flauto dolce

8Nel susseguirsi di fonti e prototipi di edizioni si sono generate sovrapposizioni ed intrecci talvolta di difficile soluzione.15 Proprio per tale ragione si ritiene che il fascicolo rilegato, nonostante la problematicità della notazione musicale, debba essere considerato per la concezione complessiva dell’opera quale Ur-Text per ogni successiva edizione.
Nei faldoni inerenti ai Canti del Capricorno16 – è presente una grande quantità documenti : in diversi casi ci troviamo a disporre – per lo stesso Canto – di diverse stesure, copie manoscritte o fotostatiche plurime, diversamente annotate da mani non sempre identificabile, che differiscono le une dalle altre talvolta per dettagli minimi.
Si propongono qui due esempi dal Canto XVII, il primo tratto dal summenzionato fascicolo blu, l’altro da una delle copie sciolte.

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Riproduzione canto XVII p. 1 fascicolo blu

Archivio Fondazione Isabella Scelsi. Tutti i diritti riservati

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Riproduzione canto XVII p. 1 copia eliografica

Archivio Fondazione Isabella Scelsi. Tutti i diritti riservati

9Altri documenti cartacei
Fra i documenti particolarmente significativi afferenti ai Canti del Capricorno, ma da intendersi relativo a tutta la musica vocale di Giacinto Scelsi, è stato rinvenuto un Lexicon cui sarà certamente necessario dedicare ulteriori approfondimenti : si tratta di quattro pagine che riportano segni da utilizzare nella notazione della musica destinata alla voce. È curioso osservare come tali segni siano completamente assenti nel fascicolo originario e compaiano invece nelle varie copie sciolte, utilizzati però in modo parziale e disomogeneo.

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Riproduzione del lexicon p. 1

Archivio Fondazione Isabella Scelsi. Tutti i diritti riservati

10Altri documenti, a corredo dei precedenti, sono stati rinvenuti nella corrispondenza sia a persone che a istituzioni. Sarebbe troppo lungo soffermarvisi, anche perché nell’ottica di questo progetto editoriale non sembrano dare apporti particolarmente significativi.17

b) Raccolta e studio di ulteriori fonti

11Ai fini del progetto editoriale, sono state recentemente acquisite ulteriori fonti che concorrono a fornire ulteriori elementi di studio :
- due videointerviste a Michiko Hirayama, realizzate rispettivamente da Luciano Martinis e da Daniela Tortora insieme a Mario Baroni ;
-la registrazione di tre lunghe conversazioni di Michiko Hirayama con la scrivente avvenute nella scorsa primavera presso la Fondazione Isabella Scelsi ;18
- acquisizione di tutto il materiale inerente ai Canti del Capricorno conservato nell’archivio delle Editions Salabert, inclusa una edizione distribuita per un periodo e successivamente ritirata poiché estremamente confusa e disomogenea.19

c) Uso della tecnologia per lo studio e l’analisi dei documenti, sonori in particolare

12Lo studio dei documenti, le fonti sonore in particolare, potrebbe beneficiare enormemente di nuovi strumenti di analisi atti a creare giustapposizione e confronto fra frammenti sonori di diversa provenienza.
A tal fine la Fondazione Isabella Scelsi ha avviato una collaborazione con l’Équipe musicologique dell’IRCAM (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique) di Parigi che nel marzo 2011 ha portato a siglare una convenzione fra le due Istituzioni. La collaborazione si attua nell’ambito del progetto PACOME (PArcours dans un COrpus de MEdias musicaux) volto allo sviluppo di un software per effettuare l’analisi genetica di opere contemporanee.20 Lo strumento permette di affiancare e creare relazioni fra documenti di varia natura (fonti audio e video, immagini di partiture e schizzi di lavoro), con degli spazi per annotazioni e commenti. In tale quadro è stato avviato lo studio e l’analisi di uno dei Canti, a mo’ di prototipo, utilizzando il software menzionato. Dai primi esiti di questo tipo di analisi, tuttora in corso, emergono risultati estremamente interessanti ai fini dell’individuazione di correlazione fra documenti diversi.

d) Creazione di untavolo di lavoro interdisciplinare

13Alla luce di quanto sin qui esposto, si rende a mio avviso necessaria una riflessione che possa aprirsi al confronto con altre discipline –l’etnomusicologia in primis – per alimentare lo studio dei documenti più sopra menzionati con nuovi concetti, categorie, metodi di lavoro.

e) Preparazione dell’edizione

14Si potrà passare all’ultima fase – la preparazione dell’edizione – dopo aver opportunamente selezionato i criteri editoriali in collaborazione con l’editore.

Conclusioni

15I Canti del Capricorno suscitano interrogativi molteplici, sollecitano concetti e categorie in ambiti disciplinari diversi, pongono il problema della rappresentatività della scrittura, indagano procedure e modalità espressive, mettono in discussione il concetto di autorialità, ribadiscono la centralità della scrittura per la continuità della tradizione esecutiva.
Abbiamo ritenuto opportuno, a fronte ad un’opera con tali e tante implicazioni, mettere a fuoco alcuni dei presupposti concettuali ed estetici insiti in questo lavoro e descrivere le fonti che potrebbero contribuire a risolvere tali interrogativi per arrivare a definirne una edizione di riferimento.

Bibliographie   

ANCONA Solange, Canti del Capricorno, in Giacino Scelsi. Viaggio al centro del suono, a cura di Pierre Albert Castanet e Nicola Cisternino, La Spezia, Luna Editore, 2001, p. 132-150

BARONI Mario, Un bel problema da risolvere : come studiare le musiche di Scelsi ?, in « Musica/Realtà », n. 78, p. 85-103

GARILLI Gabriele, Improvvisazione, rito, scrittura : Scelsi e lo statuto dell’opera, in Giacinto Scelsi nel centenario della nascita. Atti dei Convegni Internazionali. Roma, 9-10 dicembre 2005 ; Palermo, 16 gennaio 2006, a cura di Daniela M. Tortora, Roma, Aracne Editrice, 2008, p. 295-304

GIURIATI Giovanni, Suono, improvvisazione, trascrizione, autorialità, Oriente… e Scelsi. Alcune riflessioni di un etnomusicologo, in Giacinto Scelsi nel centenario della nascita. Atti dei Convegni Internazionali. Roma, 9-10 dicembre 2005 ; Palermo, 16 gennaio 2006, a cura di Daniela M. Tortora, Roma, Aracne Editrice, 2008, p. 263-279

HIRAYAMA Michiko, Mes années de pèlerinage, in Voce come soffio Voce come gesto, Atti delle due giornate internazionali di studi. Roma, 9-10 giugno 2003, a cura di Daniela Tortora, Roma, Aracne Editrice, 2008, p. 221-228

JAECKER Friedrich, Giacinto Scelsi, Vieri Tosatti & Co., in « MusikTexte », Heft 104, Köln, Februar 2005, pp. 27-40 ; poi ‘Il dilettante e i professionisti’. Giacinto Scelsi, Vieri Tosatti & Co., « Musica/Realtà », n. 88, p. 93-122

METZGER Heinz-Klaus, L’ignoto nella musica, in Giacinto Scelsi, a cura di Adriano Cremonese, Roma, Nuova Consonanza-Le parole gelate, 1985, p. 15-28

PAQUELET Christine, Scelsi e la percussione, in Giacino Scelsi. Viaggio al centro del suono, a cura di Pierre Albert Castanet e Nicola Cisternino, La Spezia, Luna Editore, p. 151-169

SCELSI Giacinto, Il sogno 101, a cura di Luciano Martinis e Alessandra Carlotta Pellegrini, Macerata, Quodlibet, 2010

SCHAFER R. Murray, Il paesaggio sonoro, Milano-Lucca, Ricordi-LIM, 1985

TORTORA Daniela, « Le voci del mondo » Genesi, scrittura e interpretazione dei Canti del Capricorno, « Il Saggiatore Musicale », XI, 2004, n. 1, p. 111-142

TORTORA Daniela, Le imperfezioni della scrittura : il suono-fonema nelle opere per voce sola, in Giacinto Scelsi nel centenario della nascita. Atti dei Convegni Internazionali. Roma, 9-10 dicembre 2005 ; Palermo, 16 gennaio 2006, a cura di Daniela M. Tortora, Roma, Aracne Editrice, 2008, p. 249-262

TREVISIOL Tiziano, I Canti del Capricorno alla Scala – Materiali visivi, « i suono, le onde… » rivista della Fondazione Isabella Scelsi, n. 5, 1994, p. 8-10.

Notes   

1  È il caso di Tre canti di primavera (su versi di Sibilla Aleramo, per canto e pianoforte, Ricordi, 1933), L’amour et le crâne (testo di Charles Baudelaire, per canto e pianoforte, Ricordi, 1933), Tre canti, dal “Poema paradisiaco” di Gabriele D’Annunzio (per canto e pianoforte, De Santis, 1932), Perdus (testi di Jaan Wahl, per soprano e pianoforte, 1936 ; Salabert, EAS 18409, 1990).

2  Dell’incontro racconta sia lo stesso Scelsi nella sua autobiografia (Giacinto Scelsi, Il sogno 101, a cura di Luciano Martinis e Alessandra Carlotta Pellegrini, Macerata, Quodlibet, 2010, pp. 327-328), sia Michiko Hirayama nelle sue numerose testimonianze, fra cui : Michiko Hirayama, Mes années de pèlerinage, in Voce come soffio Voce come gesto, Atti delle due giornate internazionali di studi. Roma, 9-10 giugno 2003, a cura di Daniela Tortora, Roma, Aracne Editrice, 2008, p. 225-227.

3  Sulla collaborazione fra Giacinto Scelsi e Michiko Hirayama, nonché sul ciclo dei Canti del Capricorno, si rinvia all’esaustivo saggio di Daniela Tortora, « Le voci del mondo » Genesi, scrittura e interpretazione dei Canti del Capricorno, « Il Saggiatore Musicale », XI, 2004, n. 1, p. 111-142.

4  La datazione delle opere di Giacinto Scelsi è questione nota ed annosa. Ci auguriamo che lo studio delle fonti possa fornire quanto prima ulteriori delucidazioni al riguardo.

5  Non va dimenticato che nel decennio in cui i Canti del Capricorno vanno definendosi, John Cage aveva già scritto la sua Aria (1958), Luciano Berio scriveva i Folk Songs (1964), la Sequenza III (1965) e Stripsody (1966), Domenico Guaccero scriveva (per la stessa Hirayama) Esercizi (1964) e poi Glossa (1970). E questo solo per fare alcuni fra i numerosi, possibili esempi.

6  Abbiamo conferma di questa pluralità di stimoli da fonti diverse. Per la Sequenza III per voce di Luciano Berio, si rinvia al nastro NMGS0012-102J – riv@9,5.L-128, min. 23-31, conservato presso l’Archivio Scelsi. Inizialmente di difficile identificazione a causa dell’errata velocità del nastro, la Sequenza è nell’interpretazione di Cathy Berberian ed è registrata da una trasmissione radiofonica, come si evince inequivocabilmente dalla voce dell’annunciatrice. Il nastro NMGS0216-367 contiene invece il canto di monaci buddisti, utilizzato da Scelsi come materiale sonoro di base per effettuare sperimentazioni variando la velocità originaria. Nel caso dei fratelli Dagar, si rinvia all’autobiografia Il sogno 101, op. cit., p. 274-275.

7  Heinz-Klaus Metzger, L’ignoto nella musica, in Giacinto Scelsi, a cura di Adriano Cremonese, Roma, Nuova Consonanza-Le parole gelate, 1985, p. 20.

8  Si rinvia all’interessante saggio di Giovanni Giuriati, Suono, improvvisazione, trascrizione, autorialità, Oriente… e Scelsi. Alcune riflessioni di un etnomusicologo, in Giacinto Scelsi nel centenario della nascita. Atti dei Convegni Internazionali. Roma, 9-10 dicembre 2005 ; Palermo, 16 gennaio 2006, a cura di Daniela M. Tortora, Roma, Aracne Editrice, 2008, p. 263-279.

9  Giacinto Scelsi, Il sogno 101, a cura di Luciano Martinis e Alessandra Carlotta Pellegrini, Quodlibet, 2010, p. 5.

10  Conservati presso la Fondazione Isabella Scelsi, erede universale del lascito del compositore, i documenti ne costituiscono l’Archivio Storico. Dal 2007, quale obiettivo prioritario della Fondazione, è stato avviato un lungo e articolato lavoro di riordino e inventariazione tuttora in corso. Nel 2009 la massa critica di documenti ha raggiunto una mole tale da indurre gli organi decisionali della Fondazione Isabella Scelsi ad aprire l’Archivio alla consultazione, pur consapevoli dell’entità del lavoro che ancora resta da fare. Ad un iniziale nucleo di 16.000 documenti cartacei si sono recentemente aggiunti altri 15.000 documenti a seguito del ritrovamento di alcune scatole nel corso del riordino dei diversi ambienti della sede della Fondazione. I documenti sonori (nastri) conservati sono circa 700 ; al fine di preservarli, è in corso un progetto di digitalizzazione - realizzato dalla Fondazione Isabella Scelsi in collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi - che ha interessato sino ad oggi 302 nastri. Il progetto è coordinato dal Prof. Nicola Bernardini, che ringraziamo per la preziosa, insostituibile collaborazione. È opportuno ricordare che nel ventennio che ha separato la scomparsa del compositore (1988) dall’apertura dell’Archivio (2009), è stata di fondamentale importanza l’accessibilità ai documenti conservati dall’archivio dell’editore dei testi letterari di Giacinto Scelsi “le parole gelate” (Aquileja).

11  Ad una prima indagine, i nastri contenenti materiale sonoro in relazione con la musica vocale – e con i Canti in particolare – risultano essere i seguenti : NMGS0012-102J ; NMGS0023-418, NMGS0035-285, NMGS0038-269, NMGS0044-230, NMGS0047-642, NMGS0072-521, NMGS0089-226, NMGS0108-1016, NMGS0142-592, NMGS0143-647, NMGS0146-243, NMGS0147-134, NMGS0153-598, NMGS0154-315, NMGS0162-384, NMGS0176-158, NMGS0185-352, NMGS0203-M10D, NMGS0213-199.

12  E’ quanto mai opportuno sottolineare la complessità di identificare il contenuto dei nastri ; nell’autunno del 2010 lo studioso tedesco Friedrick Jaecker ha realizzato un documento descrittivo dei primi 178 nastri dell’Archivio Scelsi (gli unici disponibili a quella data), riportando sintetiche informazioni relative ai frammenti da lui identificati.

13  Giacinto Scelsi, Canti del Capricorno (19 canti), CD Wergo WER 60127-50, 1988; e Giacinto Scelsi, Canti del Capricorno (20 canti), CD Wergo WER 6686 2, 2007. A tali registrazioni si aggiunge quella realizzata da Pauline Vaillancourt che ne propone una selezione (1, 3, 5, 8, 12, 13) nel CD pubblicato nel 1990 dalla Société Nouvelle d’Enregistrement – SNE-571-CD.

14  Lo studio delle grafie musicali è in corso, con l’obiettivo di identificare le diverse ‘mani’ che hanno contribuito alla stesura delle partiture. Ciò permetterà di comporre una griglia cronologica relativa anche ai periodi di collaborazione dei diversi trascrittori. Le ricerche in corso saranno quanto mai utili per risolvere la contraddizione fra la grafia musicale identificata e le affermazioni di Michiko Hirayama, la quale ricorda l’assidua presenza di Vieri Tosatti ai suoi incontri con Giacinto Scelsi.

15  A tal fine si veda la tabella comparativa riportata in : Daniela Tortora, « Le voci del mondo » Genesi, scrittura e interpretazione dei Canti del Capricorno, « Il Saggiatore Musicale », XI, 2004, n. 1, p. 128.

16  Archivio Fondazione Isabella Scelsi, Fondo Musicale, Partiture, Partiture Giacinto Scelsi, Canti del Capricorno.

17  Si riportano tuttavia, per completezza, i fascicoli individuati: Cremonese Adriano, Curran Alvin, Fabiani Christine, Freeman Robin, Hartenberger Russ, Hirayama Michiko, Jack Adrian, Rollino Joe, Kanach Sharon, Law Andrew, Pilla Candida, Zenck Martin. Fra le istituzioni appaiono ovviamente le Editions Salabert di Parigi, editore della quasi totalità delle opere di Scelsi, insieme con l’Hessischer Rundfunk

18  Un sentito ringraziamento a Michiko Hirayama non solo per le preziose testimonianze, ma anche per averci generosamente svelato un universo sonoro che va ben oltre la pagina scritta.

19  Si conserva inoltre un prototipo di edizione realizzato da Günther Kahowez e Michiko Hirayama (realizzato fra il 2002 e il 2005) che riguarda i Canti n. III, V, VI, XI, XIII, XV, XX.

20  I risultati raggiunti da questo progetto sono stati esposti nell’ambito del Convegno Internazionale “Analyser les processus de création musicale”  tenutosi a Lille (Francia) dal 29 settembre al 1 ottobre 2011.

Citation   

Alessandra Carlotta Pellegrini, «Oralità e scrittura nella musica vocale di Giacinto Scelsi», Filigrane. Musique, esthétique, sciences, société. [En ligne], Numéros de la revue, Scelsi incombustible, mis à  jour le : 10/07/2012, URL : https://revues.mshparisnord.fr:443/filigrane/index.php?id=499.

Auteur   

Quelques mots à propos de :  Alessandra Carlotta Pellegrini

Alessandra Carlotta Pellegrini est directeur scientifique de la Fondation Isabella Scelsi à Rome, où elle travaille depuis 2001.
Elle a eu une Maîtrise en Histoire de la Musique à l'Université de Rome "La Sapienza" en 1997 et un Diplôme du Conservatoire en Hautbois en 1990.
La recherche de Alessandra Carlotta Pellegrini c'est principalement concentrée sur la musique italienne du vingtième siècle et elle a écrit sur les compositeurs Alfredo Casella, Luigi Nono, Goffredo Petrassi, et sur Giacinto Scelsi en particulier. Les résultats de ses recherches ont été présentés dans des colloques scientifiques en Italie et à l’étranger (Rome, Venise, Paris, Berlin, Moscou, Génève, Cracovie, Stockholm). Ses articles ont été publiés dans des revues musicologiques (Nuova Rivista Musicale Italiana, Musica / Realtà) et dans des livres publiés par LIM (Libreria Musicale Italiana), Kappa, Aracne.
Elle a préparé l'édition critique de 21 + 26 de Alfredo Casella (publiée par Olschki, Florence, 2001). Elle a aussi préparé l'édition critique de Il sogno 101 de Giacinto Scelsi publiée en Italie par Quodlibet (Macerata,2010) et en France par Actes Sud (Arles, 2010).
En tant que éditeur, elle est sous contrat pour préparer un volume d'essais critiques sur la musique de Giacinto Scelsi - en langue anglaise - pour l'éditeur américain Scarecrow Press.En collaboration avec Arrigo Quattrocchi, elle a préparé une révision critique de l'oeuvre Jérusalem de Giuseppe Verdi mise en scène en 2000 par le Théâtre « Carlo Felice » de Gênes, Italie. En tant que éditeur, elle est maintenant sous contrat pour préparer l'édition critique de Jérusalem pour la University of Chicago Press, dans le cadre de "The works of Giuseppe Verdi”.